Strano ma vero!

CineFotoArt di Giordano Giovanni

 

 

 

Il pannello solare che funziona al buio



Un team di ricercatori americani sta lavorando allo sviluppo di un pannello solare che può funzionare anche al buio. Prima di parlare di rivoluzione c'è ancora da risolvere qualche problema tecnico, ma gli scienziati sono ottimisti. (Focus.it, 21 dicembre 2010)

Il bello dei pannelli solari è che forniscono energia a costo zero. Il brutto dei pannelli solari è che funzionano solo di giorno. Ma presto le cose potrebbero cambiare.
Steven Novack, ricercatore presso l’Idaho National Laboratory, negli Stati Uniti, sta infatti lavorando allo sviluppo di celle solari nanotecnologihe che, almeno in teoria, dovrebbero funzionare anche di notte.

L’energia vien di notte...
Più della metà dell’energia proveniente dal Sole è nello spettro dell’infrarosso: durante il giorno viene assorbita dalla superficie terrestre e di notte viene rilasciata sotto forma di calore. Dal punto di vista concettuale l’idea di Novack è semplice: catturare questo calore e covertirlo in energia. Per raggiungere questo obiettivo ha sostituito le comuni cellule fotovoltaiche in silicio, che producono energia assorbendo fotoni e rilasciando elettroni, con delle microscopiche antenne che quando vengono colpite dalla radiazione infrarossa entrano in risonanza generando corrente alternata.

Sfide tecnologiche
Si tratta però di una corrente ad altissima frequenza, che per poter essere utilizzata deve essere stabilizzata e raddrizzata, cioè trasformata in corrente continua, grazie a speciali diodi sviluppati dall’Università del Colorado.
Il vero problema sono le antenne, che poter catturare le onde dell’infrarosso devono essere di una lunghezza variabile da qualche millimetro a pochi nanometri: al momento Novack e il suo team sono in grado di produrre antenne che funzionano solo ai margini dello spettro IR, ma contano di ampliare il proprio potenziale entro breve. Il primo prototipo sarà pronto tra qualche mese.
Attorno a questo progetto c’è una grande attesa, anche perchè, sulla carta, sembra essere molto promettente: i test effettuati fino ad ora hanno dimostrato che le celle all’infrarosso hanno un’efficienza del 46% rispetto al 25% delle celle fotovoltaiche in silicio tradizionali. Non solo: non richiedendo un’esposizione e un’inclinazione specifica dovrebbero presentare meno problemi di installazione e utilizzo.
Non resta che aspettare...

Cinema solare

È il più piccolo cinema a energia solare del mondo. Sol Cinema è ricavato da una minuscola roulotte del 1960 adattata per ospitare massimo 8 spettatori adulti o 12 bambini. Tutta l'energia necessaria al funzionamento di questo cinema itinerante arriva da quattro batterie agli ioni di litio alimentate da pannelli solari da 120W.

L'auto a fiato? Esiste e circola all'aeroporto di Liverpool (foto © webhamster).
L'auto a fiato? Esiste e circola all'aeroporto di Liverpool (foto © webhamster).

Sbuffa e metti in moto! Ecco come trasformare il fiato in carburante


Ti piacerebbe fare il pieno... sbuffando, senza 
scucire un soldo o quasi? Una nuova tecnologia già in uso all’aeroporto di Liverpool consente di trasformare in combustibile nientemeno che il fiato. E di questi tempi, con tutto quello che non va, è una riserva inesauribile... (Alessandro Bolla, 16 marzo 2009)
C’è un limite a ciò che si può riciclare? A guardare quello che stanno facendo all’aeroporto John Lennon di Liverpool sembrerebbe proprio di no. La società che gestisce lo scalo aereo ha infatti installato nei suoi locali degli apparecchi in grado di recuperare l’anidride carbonica emessa dai passeggeri attraverso il respiro. Una volta imbottigliata e opportunamente trattata, la CO2 verrà impiegata come nutrimento per speciali alghe, che a loro volta verranno trasformate in biomassa e quindi in combustibile verde. L’originale sistema di riciclaggio permetterà di alimentare a basso costo e basso impatto ambientale i veicoli diesel dell’aerostazione e gli impianti di riscaldamento. Il progetto è partito a gennaio e con obiettivi decisamente ambiziosi: la fase pilota prevede la produzione di circa 100.000 litri di biocarburante. Una volta a regime l’impianto potrà fornire circa 4.000 litri di combustibile al giorno. I costi di realizzazione non sono stati resi noti, ma Origo Industries, titolare dei brevetti e delle tecnologie, afferma che verranno ammortizzati dalla società aeroportuale nel giro di un anno.

Quando le molecole di acqua entrano in contatto con il virus (in giallo) caricato di energia dal pigmento (in rosa) e dal catalizzatore (le sferette marroni) si scindono in ossigeno e idrogeno (© Angela Belcher/MIT)
Quando le molecole di acqua entrano in contatto con il virus (in giallo) caricato di energia dal pigmento (in rosa) e dal catalizzatore (le sferette marroni) si scindono in ossigeno e idrogeno (© Angela Belcher/MIT)

Energia pulita dall'acqua: grazie a un virus


Un virus opportunamente modificato ed elettrificato dall’energia solare potrebbe essere utilizzato per estrarre idrogeno dall’acqua: avremmo così una fonte energetica rinnovabile, inesauribile e completamente pulita. Il primo prototipo funzionante entro il 2012 (20 aprile 2010).
L’idrogeno ricavato dall’acqua grazie all’utilizzo di energia solare è probabilmente il carburante più pulito che si possa immaginare e nel giro di un paio d'anni  potrebbe essere realtà. Secondo quanto pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature Nanotecnology un gruppo d ricercatori del MIT di Boston avrebbe messo a punto una nuova tecnica che consentirebbe di raggiungere questo straordinario risultato a bassissimo costo e con un impatto ambientale pari a zero. 
Supertecnologia preistorica Il team di scienziati guidato da Angela Belcher si è ispirato alle piante, che da miliardi di anni, grazie alla fotosintesi clorofilliana ricavano dall’acqua e dal Sole il glucosio, cioè il carburante che serve al vegetale per vivere. Il pigmento verde presente nella clorofilla cattura l’energia della luce solare e la utilizza per scomporre l’acqua in idrogeno e ossigeno "staccandone" gli elettroni e ricombinandoli con l’anidride carbonica. 
Virus ricaricabili La Belcher e il suo team hanno modificato alcuni virus chiamati M13 che solitamente infettano i batteri ma sono totalmente innocui per l’uomo e li hanno modificati legandoli a un catalizzatore e a un colorante biologico a base di zinco. Quest’ultimo cattura la luce solare come la clorofilla delle piante e la trasferisce al virus che, grazie al catalizzatore, si trasforma in una sorta di elettrodo vivente in grado di staccare gli atomi di ossigeno dalle molecole di acqua. Ciò che resta dopo questa reazione elettro-biochimica è idrogeno. Una speciale matrice di gel mantiene i virus "elettrificati" nella giusta posizione evitando che i campi magnetici li attirino l’uno verso l’altro rendendoli così inservibili.
Due anni di attesa Per ora gli scienziati sono riusciti a eliminare l’ossigeno dall’acqua, ma non sono ancora in grado di stabilizzare l’idrogeno che tende a scomporsi in protoni ed elettroni. Ma al MIT regna l’ottimismo: la Belcher è convita di riuscire a mettere a punto un prototipo di impianto di dissociazione funzionante entro due anni.
Nel frattempo altri ricercatori studiano come utilizzare i virus per fare le pile e i batteri per produrre il metano...

È abbastanza comune trovare auto a energia solare ma non aerei. Il Pathfinder sviluppato dal centro Dryden Flight Research della Nasa in California è un drone, ossia un velivolo in grado di volare senza l'ausilio di un pilota a bordo grazie ai raggi del sole. È un aereo che, viste le premesse, potrebbe restare sospeso in volo per settimane se non addirittura mesi sfrecciando nei cieli alla velocità di 15-25 miglia orarie.

La necessità aguzza l'ingegno. Terry Hope lavorava su una barca a vela di 88 piedi e il capitano gli aveva proibito di portare a bordo un motorino elettrico standard. L'unica soluzione era metterlo in valigia. Così si è costruito la Hybrid Electric Vehicle Kinetic: è pieghevole e si ricarica con energia solare e cinetica.

Planet Solar è la nave fotovoltaica più grande del mondo con una superficie di 500 metri quadrati tappezzata con 38.000 pannelli solari installati sul ponte in grado di accumulare fino a 1,3 megawatt di potenza. Il super eco-yacht, costato 18 milioni di euro, è alimentato da quattro motori elettrici con una potenza di 176 chilowatt e viaggia alla velocità massima di 17 miglia orarie. Nei primi mesi del 2011 partirà per un tour mondiale che toccherà i porti di mezzo mondo.

Acqua e corrente di solito non vanno molto d'accordo se però ti piace indossare, o far indossare, un abbigliamento davvero 'solare' bisogna correre il rischio. Il Solar Powered Bikini disegnato da Andrew Schneider è un 'due pezzi' realizzato con tanti piccoli pannelli solari che attraggono i raggi solari e li trasformano in energia per dare la carica all'iPod, il cellilare o qualsiasi gadget elettronico che ti porti in spiaggia.

Emily Cummins ha inventato un frigorifero portatile a energia solare che potrebbe aiutare molti africani alle prese con il caldo torrido. È costituito da due cilindri da mettere uno dentro l'altro. Quello interno è in metallo, mentre quello esterno è in legno o in plastica. Lo spazio tra i due cilindri è riempito con della sabbia o terra inzuppati d'acqua. I raggi del sole riscaldare il materiale umido, e quando l'acqua evapora, il calore viene rimosso dal cilindro interno. Un sistema che garantisce una temperatura di sei gradi Celsius.

Le festività di Natale non sono più alle porte, ma per le prossime perché allora non scegliere delle illuminazioni a energia solare e fare un regalo anche all'ambiente? Le Solar Powered Holiday Lights sono fatte apposta per essere piazzate all'esterno e si alimentano con un piccolo pannello solare da piantare in giardino. Con una ricarica di otto ore le 102 lampadine LED stanno accese fino a nove ore. Sono in vendita sul sito di Hammacher Schlemmer.

Un modo un po' macabro per usare l'energia solare, ma qualcuno se l'è inventato. E-tomb è una lapide hi-tech dotata di un pannello solare che regala al defunto una sorta di 'vita oltre la morte'. Chi va a trovarlo, grazie al collegamento Bluetooth, può collegarsi alla tomba per conoscere il suo nome, la data di nascita e di morte, ma anche per conoscerlo un po' meglio grazie alle informazioni pubblicate sul suo profilo di Facebook o Twitter. E per mantenere vivo il suo ricordo in questo mondo, può anche lasciargli un messaggio in bacheca.

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